Caso seguito dallo studio.
Siamo in un paesotto di provincia.
S. è un soggetto fragile, e attorno ai soggetti fragili spesso si aggirano gli avvoltoi.
R invece oggi è un giovane adulto che oggi di anni ne ha 24, ma all’epoca dei fatti ne aveva solo 19.
R. proviene da una famiglia agiata e lui stesso collabora con il padre nella sua attività.
Una sera, mentre si trova per strada vede S., il soggetto fragile, che conosce solo di vista.
Nota che discute con un’altra persona.
Qualcosa non gli quadra…….capisce da come S. si comporta che sta succedendo qualcosa di strano
R. poteva voltarsi, far finta di non vedere…. ma invece non lo fa.
Appena l’altra persona se ne va, si avvicina a S. e lo convince a raccontargli tutto.
Appresa la gravità dell’accaduto, lo accompagna presso la stazione dei carabinieri a denunciare il sopruso, o meglio il reato: il personaggio gli ha fregato una bella somma.
E non è stato facile convincerlo, perchè a volte le vittime non sanno distinguere il carnefice da chi vuole aiutare.
Il giorno del processo: ora il malfattore è stato neutralizzato, ma, come è noto, le accuse vanno sempre confermate in dibattimento.
Capita non infrequentemente che i testimoni complichino le cose semplici.
R. viene chiamato a testimoniare.
Entra con il chewing gum in bocca e il giudice, ancor prima di farlo sedere lo ammonisce: “può evitare di masticare la gomma?” gli chiede.
“Iniziamo con il piede giusto”, penso tra me e me.
Ma poi la deposizione procede bene, con il teste che a volte si lascia scappare qualche parola non in gergo da aula di giustizia tra i sorrisi di tutti ma che riferisce con puntualità e conferma.
La parola passa al PM, che gli chiede: “perchè lo hai fatto? Perchè ti sei sentito in obbligo di proteggerlo?”.
Il ragazzo non nasconde la sua sorpresa.
Con la stessa facilità con cui masticava la gomma, risponde “perchè non avrei dovuto farlo? era un soggetto che andava aiutato….mi è sembrato normale farlo”.
Ma nel corso del processo si scopre che R. non è stato l’unico a non voltarsi.
Anche un altro ragazzo di nome C aveva assistito ad un diverso episodio.
A fronte della ennesima telefonata con richiesta di denaro, prende il telefono della vittima e chiama l’interlocutore per dirgli di smetterla.
Poi accompagna ancora S. presso i carabinieri per sporgere una nuova denuncia.
Sia R. che C. hanno riportato gli episodi con dovizia di particolari e non trincerandosi dirtro un comodo “non ricordo” “sono passati conque anni”…,,come forse un adulto avanzato di età avrebbe fatto.
Ora la persona che tiranneggiava è sotto processo e mi conforta sapere chi giovani, che non si sono voltati dall’altra parte, sono molto meglio di come li si dipinge.